amarcord mariap
Da dove sei venuta?
Scesa dalle scale
di servizio dell’anima
dai ricordi di muro stinto
dal giorno di vecchio calendario
da un’isola venuta dall’orizzonte
sul biliardo delle emozioni
Il marinaio guarda lontano
e non lo capisce neanche lui il mare.
Ho chiesto al falco che guardasse a sud
all’elefante che ti ricordasse
mi ha risposto solo il camaleonte
che mi ha confuso nelle trame del tempo
e ti ho lasciata al binario morto
delle direzioni impossibili.
Ricordo portavi stivali svasati
belli come corolle
infilate dalle tue esili gambe
verdi e impudenti.
La catenina di quel fiore di sorriso
porto da tanti anni
insieme alle lune dei piccoli seni
alle gondole dei tuoi invisibili occhi
nel buio rannicchiato di piazza san marco.
Un nodo di nuvole
un anello dello sposalizio del mare
un fortunale del sentimento
Mai sopito, invecchiato, corroso, né opaco
tenuto vivo nella teca del racconto.
Con queste mani
ti ho protetta dal vento
fiammella.